Approvazione del decreto di riforma rimandata a data indefinita
Fra le manifestazioni di piazza, i blocchi della docenza, le lezioni alternative all’aperto, il presidio permanente davanti a Montecitorio e le occupazioni delle facoltà, procede senza sosta la protesta del mondo universitario contro la riforma degli atenei proposta dal Governo e dal Ministro Gelmini.
I 600 emendamenti al DDL 1905 che sono stati presentati alla Camera dei Deputati hanno pesato come macigni bloccando ieri l’iter di approvazione.
Fra tutti, quello che effettivamente ha rovinato i piani del ministro è stato l’emendamento che prevede l’assunzione in sei anni di ben novemila ricercatori delle Università, i quali sarebbero diventati “docenti associati” grazie ad un fondo per la valorizzazione del merito accademico. Beh… a tutti gli effetti questo fondo non c’è! Nei piani del Governo serviva di fatto a far rientrare la protesta dei ricercatori con il forte investimento di 90 milioni nel 2011 e di 1.465 milioni di euro nei cinque anni a seguire. La copertura finanziaria però manca, quindi la Ragioneria di Stato ha dato lo stop al decreto.
La riforma definita “a costo zero” dal Governo si è rivelata un bluff e ora per l’approvazione si confida nella speranza di trovare i soldi necessari a sostenere anche gli emendamenti.
Adesso la palla passa al Ministero dell’Economia che dovrà recuperare da qualche parte le risorse finanziarie. Probabilmente si ritornerà a discutere del decreto in Parlamento verso novembre, se non addirittura l’anno prossimo.
14 ottobre 2010
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