Gli squilibri delle tasse universitarie fra i vari atenei
La Federconsumatori ha realizzato un’interessante ricerca sugli importi delle tasse universitarie: il 1° Rapporto nazionale Federconsumatori sui costi degli Atenei italiani.
Pur non avendo preso in considerazione tutte le università italiane, ha raccolto i dati dei due maggiori atenei di Piemonte (Politecnico e Università di Torino), Lombardia (Milano e Pavia), Veneto (Verona e Padova), Emilia-Romagna (Bologna e Parma), Toscana (Firenze e Pisa), Lazio (La Sapienza e Tor Vergata), Campania (Federico II° e Salerno), Puglia (Bari e Salento) e Sicilia (Catania e Palermo).
La ricerca si è basata sui valori ISEE (l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente), uno strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie tenendo conto del reddito, del patrimonio (mobiliare e immobiliare) e delle caratteristiche di un nucleo familiare (sia numerosità che tipologia).
Per chiarezza si sono considerate 5 fasce di reddito (anche se non tutte le università adottano la stessa suddivisione, ad es. per alcune la prima fascia e la seconda coincidono):
la prima fascia fino a 6.000 euro ISEE;
la seconda fascia fino a 10mila euro;
la terza fascia fino a 20mila euro;
la quarta fino a 30mila;
la quinta oltre i 30mila euro.
Tanto per capirsi, una famiglia monoreddito di un operaio non specializzato rientra in genere nella seconda fascia.
Inoltre sono state distinte le facoltà umanistiche da quelle scientifiche, solitamente più care delle prime nell’ambito dello stesso Ateneo.
I risultati
Considerando solo la prima fascia, l’università di Parma è la più cara d’Italia: 740 euro di tasse annuali per le umanistiche e 866 per le scientifiche. Poi l’università di Milano con 685 euro e 789.
La più economica è invece l’università Aldo Moro di Bari dove si pagano solo 283 euro di tasse, sia per le umanistiche che per le scientifiche.
La più costosa in assoluto è invece l’università di Milano per le facoltà scientifiche, dove la quinta fascia paga ben 3.819 euro, circa 5 volte l’importo pagato dalla quinta fascia dell’università del Salento.
Fra le facoltà umanistiche, invece, la più costosa è l’università di Pavia con 2.855 euro; nell’università del Salento la quinta fascia paga 558 euro, meno di un quinto. E stiamo parlando di studenti appartenenti a famiglie benestanti o ricche!
Considerando i dati nella loro globalità, premesso che le tasse delle università del nord sono sempre più alte, il divario fra Nord e Sud raggiunge il 25,7% considerando la prima fascia, e sfiora l’88% per l’ultima fascia contributiva.
Ecco la media delle tasse nelle varie università sulla base della posizione geografica:
Prima Fascia | Seconda Fascia | Terza Fascia | Quarta Fascia | Quinta Fascia | |
---|---|---|---|---|---|
Nord | 531,31 | 576,66 | 979,98 | 1362,50 | 2304,34 |
Centro | 453,53 | 523,91 | 769,09 | 1034,02 | 1715,94 |
Sud | 424,15 | 505,46 | 875,41 | 1115,51 | 1220,09 |
Media Italiana | 469,66 | 535,34 | 874,83 | 1170,67 | 1746,79 |
Per vedere tutti i dati e farsi un’idea più completa della situazione si può consultare questa tabella, elaborata proprio dalla Federconsumatori.
15 settembre 2010
Tag:tasse
Commenti (4)
l’articolo è poco chiaro, dovete fare una distinzione fra tasse annuali e singole rate!
Perchè? anche se paghi a rate è sempre l’importo annuale quello che conta.
salvevorrei sapere, l’importo dellerette riuardo un disabile al100% iuna università telematica? grazie
Ciao, ti consiglio di chiedere nel forum http://www.università.com
E’ stato realizzato apposta per far mettere in contatto le persone interessate alle tematiche inerenti l’università. Inoltre facendo in questo modo si possono avere risposte anche da più soggetti diversi.