Incredibile attacco del ministro Profumo agli universitari fuoricorso


   

Incredibile attacco del ministro Profumo agli universitari fuoricorso

Dopo essersi sentiti dire “bamboccioni” dall’ex ministro dell’Economia Padoa-Schioppa e “sfigati” dal viceministro del Lavoro Michel Martone, ora gli universitari fuoricorso rappresentano “un problema culturale”, a detta del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo.
I 600mila fuoricorso presenti in Italia sarebbero riconducibili al fatto che “all’Italia manca il rispetto delle regole e dei tempi”; per cui bisogna agire di conseguenza visto che “gli studenti fuori corso hanno un costo, anche in termini sociali”.
E uno dei vari provvedimenti inseriti all’interno della spending review è proprio l’aumento delle tasse a carico degli universitari che ci impiegano più anni del previsto a laurearsi, ovvero la possibilità che si dà alle università di alzare l’importo delle rate che pagano questi sfigati-bamboccioni.
Interessante anche la conclusione del ministro: “questo farà in modo che imparino a non perdere tempo”.

A questo punto sarebbe interessante sapere da che pianeta è atterrato il ministro Profumo.
Forse non si rende conto che la stragrande maggioranza dei fuoricorso è tale non per incapacità o per pigrizia, ma perché deve lottare ogni giorno con tutta una serie di inefficienze talmente numerose da far perdere letteralmente giorni di studio ogni mese, fra aule sovraffollate, professori assenteisti e complicazioni burocratiche. Se a questo ci aggiungiamo i problemi di trasporto, la scarsa organizzazione degli atenei e la continua revisione dei programmi di studio con esami che scompaiono come per magia, allora il cerchio si chiude.
Forse il ministro non se ne rende conto, ma a causa del continuo aumento delle tasse e dei costi che gli studenti devono affrontare per vitto e alloggio, c’è la necessità di svolgere dei lavoretti per tirare a campare; si tratta di lavori spesso sottopagati o in nero, ma che in ogni caso fanno perdere molto tempo che dovrebbe essere dedicato allo studio. Per non parlare degli studenti lavoratori, che un lavoro effettivo di 8 ore al giorno già ce l’hanno.
Beh, secondo il ministro la soluzione al problema è quella di alzare le tasse, se pagano di più questi studenti si laureano prima!
Alla base di questo ragionamento c’è una stortura profonda, indice di una grave assenza di contatto con la realtà. Il problema dei fuoricorso si combatte operando delle riforme organizzative e strutturali, venendo incontro alle esigenze degli studenti, e sovvenzionando quelli che provengono dagli strati più disagiati della popolazione.
Aumentare le tasse ai fuoricorso invece sottende una logica completamente diversa, la stessa che ha colpito duramente l’università italiana in tutti questi anni e cioè la volontà di fare cassa a spese del settore che invece andrebbe più finanziato, quello dell’istruzione. Sono l’istruzione e la ricerca che faranno uscire il Paese dalla crisi profonda che lo attanaglia, il semplice fare cassa serve solo a ritardare una fine inesorabile di una nazione in disfacimento.

Un laureato (ex-fuoricorso, bamboccione, sfigato e problematico)

16 luglio 2012

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Commenti (2)

 

  1. cinzia ha detto:

    Caro laureato, ex-fuoricorso, bamboccione, sfigato e problematico: hai perfettamente ragione. Sono un’insegnante e non ho mai spesso di essere una studentessa sempre immersa fra altre, successive lauree, perfezionamenti, specializzazioni et cetera. Ho impiegato ed impegnato tutta la mia vita a studiare. O forse l’ho sprecata, non so. Ho quindi vissuto e sto vivendo ancora quanto dici. Da una parte, come discente, vedo cretinette idioti, incapaci, stare dietro una cattedra e credere che ad avercela siano soltanto loro (la cattedra…): ti fanno ripetere la materia più inutile che ci sia tre e quattro volte, così, soltanto per darsi un tono rispettabile. Dall’altra vedo e sento studenti ignoranti essere “maturati” a suon di raccomandazioni e studenti che non sono figli-di-papà-importante essere penalizzati o addirittura bocciati. Il fenomeno, ti assicuro, è ingravescente. Ed è anche inquietante perchè le scuole superiori stanno sfornando gente sempre più ignorante. Sono sicura che riuscirai da solo a comprendere la logica sottesa a questo “progetto ignoranza diffusa”. Sono arrivata in questo sito – e dunque ho il piacere di commentare il tuo intervento – proprio mentre una mia ex alunna liceale di alcuni anni orsono con la quale sono rimasta in contatto, nel chiedermi consiglio per la sua tesi di laurea mi ha comunicato la “bella” notizia del ministro-atterrato-da-un-altro-pianeta (come lo chiami tu) commentando “Avete sentito che aumentano le tasse ai fuori corso? Prof. ve lo ricordate Giacomo?”, “Si certo, per carità! non sapeva dire due parole di senso compiuto in italiano!”, “Bene, prof.: lui si è laureato in tempo, in quattro anni, ve lo immaginate Giacomo laureato, e pure in tempo!”, “Vedi pure che lo dobbiamo chiamare “dottore”! chissà quali altri “scienziati” come lui gliele hanno date le materie. Fosse stato per me, se mi fossi trovata davanti uno come lui all’università avrei fatto quello che alla scuola superiore non si può fare. Gli avrei detto: “lei può tornare qui non tre ma trentatrè volte, la mia materia non l’avrà mai sul libretto. Per me lei può cambiare università perchè qui la laurea non l’avrà mai! Però ho incontrato Giacomo al liceo, non all’università: non c’è mai la persona giusta al posto giusto!”. Non disperare caro laureato ma allo stesso tempo stai in guardia: viviamo in una Paese dove la meritocrazia è un sogno dei “puri di cuore”, dove bisogna essere ignoranti per stare nel gregge, però alla fine quelli svegli come te riescono sempre a trovare un proprio spazio e possono sempre parlare. Parlare non belare. Gli altri belano, però questi pensieri che hai espresso e che io ti ho rafforzato, sono costretti a leggerli anche loro… Semina bene, caro laureato, e raccoglierai. Con i miei migliori auguri.

  2. vale ha detto:

    Ma sarà che nelle Università si fanno le magie? ho visto ragazzi brillanti e molto intelligenti non terminare l’ Università e gente che non sapeva nemmeno parlare in italiano essersi laureata in tempo e con il massimo. Ma com’ è che succedono queste cose? Sarà che dicono che nelle Superiori non giudicano bene gli studenti per coprire questi scandali? Perché diciamolo francamente in una classe che viene seguita per 5 anni l’ intera classe sa quanto vale ognuno di loro.

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